IL PARERE - REQUIEM DI PASQUETTA
- Tommaso Villa
È la mattina del lunedì dell'angelo, dopo il doveroso allenamento per limitare i danni della pigna, apprendo della morte di Papa Francesco. Nonostante sia ateo (o forse dovrei dire apostata) e non abbia mai provato particolare stima e simpatia nei suoi confronti, leggere il titolone sulla sua morte è spiazzante, ed ammetto che mi lascia un senso di amarezza.
Chissà, forse è solo uno strascico del mio vecchio passato da chierichetto, o in fondo non sono poi così cinico e caustico come speravo.
D'istinto fermo i Nine Inch Nails, a quel punto il roboante frastuono della tre-giorni-di-festa-continua del vicinato mi ricorda il motivo per cui tenevo il volume alto e le finestre chiuse, nonostante il bel tempo.
Magari non l'hanno saputo, tra un po' sapranno.. tra un po' si alzeranno dal loro divano dell'indifferenza e spegneranno il boombox. E quando i bambini che assorbono, imitano e imparano da ogni singolo gesto dei grandi chiederanno perché non gli vibra più la coclea, parleranno loro del senso della vita, della memoria e del rispetto.
Al mio giro di boa mi ritrovo in una società con una scala di valori in netto declino: edonismo e superficialità danno priorità ad un piacere immediato che oscura valori come la riflessione ed il rispetto, fondamenta di una società civile ed evoluta.
Un tempo avrebbero spento la musica, oggi solo un 'oh' distratto, un rutto e uno skip sulla prossima traccia trap con l'eleganza da sagra del cinghiale. Al posto delle campane a lutto rimbombano i bassi sgraziati di una playlist indecente, un minestrone sonoro che sembra scritto da una lavatrice in agonia con l'autotune.
La religione ormai è evaporata con la birra calda, svanita insieme al suo boss in bianco, nascosta in un tripudio di 'Ohh..', 'Ehh!', canzoni di Bennato e salsicce alla griglia. La perdita di importanza della religione sarebbe un bene se fosse avvenuta in maniera coscienziosa, frutto di un'analisi critica e costruttiva oltre che di maggiore importanza per la logica e la razionalità.
Purtroppo si è solo persa, come le tavolate di un tempo in cui orde di parenti si attovagliavano allegramente per sfidarsi nelle tre categorie in cui ognuno pensava di essere il campione: mangiare, tracannare e sparare cazzate.
Ho ancora lucido il ricordo da bambino delle ore che si facevano sempre più piccole quando si iniziava a parlare di politica, delle bottiglie che uscivano fuori con una gradazione alcolica sempre più alta, dello sguardo sempre più affranto delle donne di fronte alla piramide di piatti da lavare. Solo un tavolo, delle sedie ed un fottio di risate.
A quei tempi la chiesa aveva ancora il potere di controllare le masse, il problema è che per farlo ha sempre usato l'arma della paura come un martinello sulla negligenza. Questo ha impedito la crescita culturale che si poteva avere nei devoti, i quali come cagnolini impauriti seguivano pedissequamente i dettami imposti.
Con la dissoluzione del potere centrale e la perdita di fiducia in seguito a scandali, corruzione e abusi, le masse si sono ritrovate sbandate, perse nel dedalo dell'ignoranza. Quell'ignoranza che torna sempre utile al potente di turno. Quell'ignoranza che genera violenza, egoismo, menefreghismo.
Se il ruolo della chiesa era guidare la società verso un'evoluzione consapevole, allora aveva il gps spento.
Ma se l'ignoranza rappresenta il germe del decadimento odierno, abbiamo anche l'arma giusta per combatterla: la cultura. Fortunatamente viviamo in un periodo che mette a disposizione di tutti, facilmente e con costi irrisori, qualunque tipo di sapere come mai prima d'ora. Bastano solo tre cose: una connessione ad internet, un dispositivo e tempo da dedicargli. Ora le prime due le hanno tutti, la terza basta volerla.
Tecnologie come gli LLM, gli agenti ed il software aperto che fino a pochi anni fa erano fantascienza, possono dare all'uomo quel fuoco in grado di sconfiggere Pandora che tanto costò a Prometeo. Dove ha fallito la chiesa può la tecnologia: dare all'uomo la possibilità di aspirare alla perfezione, sapendo di non poterla mai raggiungere.
E comunque boombox ancora acceso.
Milo Martini
Nota: immagine generata dall'IA, chiedendole di pensare ad una copertina per l'articolo come fosse un editore