ATTUALITA' - GIOVANI, POLITICA E TERRITORIO
- Tommaso Villa
“Amare la politica, che è la cosa più alta del pensiero umano per costruire la nostra vita insieme”. Queste parole hanno avuto un effetto dirompente anche su di me, che svolgo funzioni di rappresentante politico e istituzionale: quelle parole mi hanno fatto capire che - parafrasando uno slogan di qualche tempo fa - davvero “una politica migliore non è solo possibile, ma necessaria”, perché ad un tale atto di amore non si può che rispondere con un grande sforzo per migliorare e meritare questa fiducia. Espressione di un concetto quasi rivoluzionario, di questi tempi, scuotendo le coscienze di tutti: di chi ha contribuito a distruggere la credibilità della politica, con atti osceni di malaffare e malgoverno, ma anche di chi nella politica ha perso ogni speranza, convinto ormai che sia “cosa di qualcun altro” e non “cosa pubblica”, bene comune, impegno del singolo per la comunità. Una frattura tra società e politica, tra cittadino e Istituzioni, tra il “fuori e il dentro dei palazzi”, che ha minato fin nelle fondamenta il sistema democratico. Questa crisi non è nuova: già all’alba dell’Italia repubblicana si parlava di crisi della democrazia, a conferma che essa – la democrazia - non è mai stata un punto di arrivo, un lido sicuro, ma una continua dialettica alimentata dal confronto politico tra idee diverse, a rappresentare interessi altrettanto diversi che si determinano nel cuore vivo della società e dei territori. Ma ecco, che fuoriesce una luce nel buio, un giovane di un’altra epoca, definito più volte dalla classe politica attuale, uno dei giovani più promettenti della nostra Provincia. Matteo Conti, Roccaseccano di nascita, di umili origini e una carriera professionale in corso. Il palcoscenico Ciociaro ha cominciato fin da subito a conoscerne dialettica e presenza, come del resto la sfera politica verte il suo ascendente su quel bravo ragazzo, dalla faccia pulita, sin dagli anni del Liceo. Laureatosi in Architettura all’Università degli studi di Firenze attuale dipendente nell’ufficio legale di una società, Conti inizia il suo impegno politico negli anni del diploma e successivamente dell’Università, aderendo al movimento giovanile “Forza Italia Giovani”, diventandone poi il coordinatore provinciale, sotto l’ala protetta (tuttora) dell’attuale presidente del consiglio provinciale Gianluca Quadrini. Complimenti a quest’ultimo al sapore di beneplacito per un’investitura da parte del Cavaliere a quel figlio – in termini politici – che non ha mai avuto e che vanta legami proprio con l’enfant prodige. Disegni e convergenze a parte del passato, Conti adesso è un battitore libero: “chissà cosa gli riserva il futuro”. Chi lo conosce bene e fa eco dei suoi passi, dipinge le caratteristiche di “Matteo” come quelle di un “leader con carisma e visione politica. Una visione politica che si distacca in toto da quella politica odierna sempre più ridotta ad una rappresentazione simbolica, una sorta di show che illude il cittadino di partecipare attraverso un applauso o al massimo un’alzata di mano: facendo il tifo per un’immagine, in buona sostanza. Ma è proprio la sostanza che viene a mancare: e questo vuoto, a mio avviso, non può che essere riempito con la buona e concreta amministrazione dei territori, dalle città ai paesi, dalle regioni alle comunità di valle. Meno slogan e simboli mirabolanti e più attenzione alla realtà del nostro territorio: è su questo fronte che si deve costruire un’offerta politica vera. Se posso usare una battuta, per governare il Paese non basta percorrerlo in pullman o in camper, bisogna abitarlo e conoscerlo profondamente. Perché tra l’Europa, che è ancora vissuta come qualcosa di molto distante, e il territorio, abitato e vissuto, ci deve essere spazio per un livello politico che sappia interpretare queste tensioni e costruire, prima ancora che le risposte, le condizioni per poterle elaborare collettivamente. «Abbiamo bisogno di nuove energie per rafforzare l'azione politica”. Oggi più che mai, senza presunzioni, senza voler apparire come propagandisti di una dottrina nuova, ma invece come continuatori di quel sentimento nobile, i giovani che parleranno al popolo saranno.