ARPINO - CONVITTO TULLIANO, OBLIO O RILANCIO?
- Tommaso Villa
Presso il pallone tensostatico dell’Istituto Superiore “Tulliano” si è svolta la cerimonia di presentazione del volume sui duecento anni di storia del Convitto nazionale realizzato dall’associazione ex alunni e amici del Tulliano. Un’opera pregevole, sicuramente, a cui i soci, con a capo Marco D’Emilia, hanno lavorato con impegno e sapienza inserendo anche una rassegna delle divise dei convittori nel corso degli anni. Una cerimonia ricca di emozioni e pathos, forse solamente un po' lunga. Si è parlato tanto di Convitto e diversi ex convittori sono intervenuti per ricordare episodi ed aneddoti della vita convittuale che fu. Bene, voglio solo dire che a dispetto di chi ha dimenticato o fa finta di dimenticare, la bella celebrazione si è fatta con il CONVITTO ANCORA in VITA, solo perché quando esso, chiuso già da un anno, perché senza nessun iscritto, fu annesso all’Istituto Comprensivo Cicerone che io avevo l’onore di dirigere e fu riaperto nelle sue funzioni grazie a un mio atto di coraggio ma soprattutto di follia.
Sarebbe rimasto chiuso per sempre e consegnato al definitivo oblio se io e il mio staff non avessimo inventato la formula di SEMICONVITTO DIFFUSO (diventato Modello Arpino secondo alcuni corrispondenti di Orizzonte Scuola) che definimmo SEMICOLLEGE. Funzionava in tutti i plessi dell’Istituto e portò, nel momento in cui ho lasciato l’incarico, ad avere 150 semicollegiali paganti che usufruivano anche della mensa gestita direttamente dall’Istituto con evidenti vantaggi sulla qualità e anche sull’economicità. Senza parlare delle varie attività, come il nuoto, l’inglese potenziato e il laboratorio linguistico, il festival delle piccole orchestre scolastiche, la festa delle eccellenze con la borsa di studio Felluca-Merolle (bloccata dal 2019 nonostante la disponibilità in banca del lascito testamentario), la festa di inizio dell’anno scolastico nei tre comuni, le gite per il benessere psicofisico del personale e della comunità educante, la corsa di Miguel, il laboratorio di ceramica, le luminarie artistiche, lo straordinario evento per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Tutto ciò insieme alle settimane blu e alle settimane bianche ad Asiago consentiva agli alunni di allargare gli orizzonti e di integrarsi a pieno con la realtà locale ma anche di entrare in contatto con quelle lontane.
Ora tutto ciò ha consentito che ieri, alla manifestazione, ci fosse ancora un dirigente scolastico che si potesse anche fregiare del titolo di rettore ma, soprattutto, che ci fosse ancora in vita l’Istituzione convittuale che, fondata nel 1814 da Gioacchino Murat, senza quell’atto di coraggio e anche un po’ di follia di allora sarebbe completamente scomparso dai radar educativi. Questa coraggiosa e determinante scelta del Semiconvitto diffuso e le intense attività svolte in questi anni le avrei potute raccontare ieri se solo mi avessero chiamato a testimoniare, come attore e protagonista, di una tale significativa storia educativa. Visto, però, che se ne sono dimenticati, ad eccezione dell’ex rettore Loreto Casinelli che nel suo intervento lo ha accennato, ho sentito il dovere di comunicarle ai più perché da esse è dipesa l’ esistenza in vita del Convitto stesso e spero anche che la sua vita futura possa essere lunga e migliorare sempre di più anche con l’agognata riapertura dello stabile in piazza Municipio che potrebbe riaccogliere di nuovo Liceo classico insieme a tantissime altre opportunità del Convitto stesso tra cui l’ospitalità alberghiera utile per il potenziamento dell’internazionalizzazione
Il Già Dirigente scolastico-Rettore dell’Istituto Comprensivo “Cicerone” con annesso Convitto Nazionale “Tulliano” Prof Bernardo Maria Giovannone