POLITICA - FABIO FORTE A TUTTO CAMPO

  • Tommaso Villa

Mi guardo attorno e penso. Penso a quanto rumore c’è. Penso a quanta miopia c’è. Pagine piene di quel “PANEM ET CIRCENSES” di cui già accennavo. Piazze piene, di conseguenza. Mangiare e bere sono l’uniche cose in cui si impegnano le Istituzioni locali. Magari utilizzando Associazioni private, come le Pro Loco o di altra natura. E la gente è contenta. È contenta della “ricreazione”. Ricreazione che fino a qualche tempo fa non era così consueta e ripetitiva. Si è data la colpa al Covid e quindi a quell’assurdo lockdown. Si è detto che la gente ha avuto una reazione allo star chiusi dentro. Eppure è così chiaro che dietro a certe iniziative, a certe manifestazioni c’è un piccolo business, senza generalizzare, per chi le organizza e fumo agli occhi per quella stessa gente che presa dal “magna e bevi”, non si accorge che sulle questioni serie si tace. A volte mi chiedo se son io un decontestualizzato o la massa è diventata così disattenta da non percepire più le cose serie da quei momenti di ricreazione, appunto. E parlo di futuro, di come stare al passo con i tempi che cambiano così rapidamente, di programmare come costruire il miglioramento della vita di tutti. Nel “nostro” territorio oramai c’è un inflazione di manifestazioni “magna e bevi”. Le Civiche Amministrazioni vengono valutate su questo. Un Sindaco viene valutato su quante iniziative mette in campo per i Cittadini drogati da questo “fumus”. Che non si legga quel che si vuol leggere, non mi aspetto applausi, ma neanche distorsioni. Capisco che i visionari come me son visti come degli eretici, ma fin quando avrò la forza di denunciare e di combattere questa mediocrità, lo farò. So di non avere la stessa credibilità di chi, oggi, amministra la cosa pubblica locale e ne so i motivi. E qui dovrei tornare su quella miopia già accennata.

Non me ne capacito, ma devo accettare. Del resto siamo in un Territorio che sta perdendo tutto. E tutti se ne fregano. Da Stellantis ad una più generalizzata deindustrializzazione, da servizi sempre più scadenti alla mancata programmazione del futuro soprattutto per le giovani generazioni. Cosa troveranno i nostri figli, i nostri nipoti? Crespelle e vino buono posson bastare? Cosa si aspetta a coinvolgere Università e Scuola per creare poli formativi? Cosa si aspetta a fare un progetto serio sul turismo (che è altra cosa rispetto alle manifestazioni mordi e fuggi)? Cosa si aspetta ad intervenire su questioni importanti, oserei dire vitali per il benessere delle nostre cittadine? Dico impropriamente “cittadine”, tra qualche anno saranno piccoli borghi vuoti con quello che resta di una popolazione per lo più anziana, con un ufficio postale ed una farmacia. Nulla di più. L’economia di questo fazzoletto d’Italia si è retta per l’industrializzazione. L’ex Fiat di Piedimonte/Cassino, anche con l’indotto, ha retto l’economia di intere famiglie che oggi non hanno più un presente certo, figuriamoci un futuro.

Le chimico farmaceutiche non saranno sempre incubatoi occupazionali se andranno in nord Africa o in Asia a fare produzione a basso costo. Le “manifatturiere” sono già con un piede fuori. Ma come si fa a spiegare ad un Cittadino cos’è la “ZES”? Se ognuno di noi si cognisse di ciò che gli accade attorno, sarebbe già tanto. Almeno per sapere, per conoscere appunto. E non mi si venga a dire che la politica non c’entra nulla. Cosa hanno fatto i parlamentari eletti “qui” per tutelarci e difenderci da quella che appare all’orizzonte sempre più una desertificazione sociale ed economica? Non ho mai letto di iniziative importanti da parte di questi. Leggo solo che si interessano delle vicende dei partiti di riferimento. Ai propri interessi (politici), diciamo. A come fare per essere rieletti. A come cercare di “comandare” il partito a livello provinciale. Che povertà, che mediocrità! Una provincia che si bea di aver fregato in qualità della vita Latina perché non ha una squadra che milita in serie A e non ha uno stadio degno di questo nome, dice tutto. Sarà anche così, ma a Latina la Corte di Appello, a Latina la sede della Camera di Commercio delle due province, a Latina l’Ospedale “DEA di secondo livello” (quello di Frosinone è di primo livello, cioè inferiore). Intanto in Tv è tempo di parlare di consumismo natalizio, le piazze si affollano di gente vogliosa di ricrearsi, mentre tutt’intorno muore.

Poi, magari, parlerò di Amazon o della Valle del Sacco (SIN), dell’inquinamento e della Sanità. Non va tutto bene perché c’è il “food and beverage” o lo “street food”. Le generazioni giovani, non potranno campare di “pane e divertimento”, le sfide che lancia il mondo sono di ben altra natura. Non saper cogliere questo significato, è avvilente e oltre modo preoccupante. Ma l’importante sono i “follower”, le visualizzazioni e quanto abbiamo incassato (lecitamente?) alla festa della porchetta. Per me serve tutto. Guai a togliere divertimento, tradizioni e momenti di leggerezza, ma non possono essere le uniche cose su cui si concentrano enti ed istituzioni, associazioni e sodalizi vari. Tutti dovrebbero sentirsi partecipi nel programmare il futuro. Con proposte, iniziative e magari facendo anche il controcanto a quella voce solista che cerca solo d’imporre la musica che più le è propria. Ovunque ci si indignerebbe per questo. Ovunque!