ALATRI - "HABITAT DI GIANNI TOTI"

  • Tommaso Villa

L'Associazione Gottifredo annuncia la mostra fotografica “Habitat di Gianni Toti” a cura di Pia Abelli Toti e di Silvia Moretti, realizzata grazie al patrocinio del Comune di Alatri, e al contributo della Regione Lazio, in occasione del centenario della nascita del poetronico. Una mostra per raccontare la storia del patrimonio di libri, oggetti, opere, dipinti, carte di Gianni Toti e Marinka Dallos. Il loro viaggio di casa in casa fino a dar vita a una biblioteca d’autore: la Biblioteca Totiana di Alatri. La mostra sarà inaugurata giovedì 27 giugno 2024 alle ore 18 e rimarrà aperta fino al 3 agosto 2024. E c'è un filo conduttore tra il poetronico, la Città di Alatri e un certo Gianni Berengo Gardin.

A chiunque lo incontrasse Gianni Toti diceva: “vienimi a trovare in Via de Giornalisti 25”. Per molte generazioni di studiosi, artisti, studenti e appassionati Via dei Giornalisti 25 è stata una parola sola. La casa e la prima opera di Gianni Toti. Il suo habitat. Quartiere Montemario, primo piano. Un appartamento dell’ordine dei giornalisti di circa 100 mq. Un salone, una cucina, uno studio e una camera. Ogni stanza tappezzata di dipinti di Marinka (e non solo), di manifesti, oggetti, disegni, libri, carta. Da quella casa che risuonava del ticchettio della macchina da scrivere e profumava di colori ad olio, Gianni e Marinka partivano e tornavano lasciandosi biglietti e messaggi. Gianni in viaggio per il mondo. Marinka soprattutto nella sua Ungheria.

Ed Ecco il filo conduttore che lega Gianni Toti ed Alatri. All’inizio degli anni Settanta, il fotografo Gianni Berengo Gardin varca la porta di quella casa e ritrae Marinka e la coppia in quella cornice. (Gianni Berengo Gardin qualche anno fa è stato insignito di un importante riconoscimento: la cittadinanza onoraria di Alatri, grazie alla proposta dell'Associazione culturale Carpe Imaginem). Alla morte di Marinka nel 1992, Gianni sente che la casa quasi lo sovrasta per la densità di ricordi e memorie che raccoglie. Ama lavorare in Francia alla sue VideoPoemOpere e tornare di tanto in tanto in quel suo pianetorottolo.

Nel 2007, dopo la partenza finale di Gianni, Pia Abelli Toti, sua compagna dalla metà degli anni Novanta, chiama un fotografo per documentare la casa di Via dei Giornalisti: stanza per stanza, parete per parete, centimetro per centimetro. Archivisti e traslocatori operano per settimane inscatolando tutto quello che trovano, esattamente come lo trovano, per portarlo ad un nuovo indirizzo: Via Ofanto 18. Sempre a Roma, quartiere pinciano: un appartamento al terzo piano che viene abitato per un terzo da Pia Abelli Toti e per i rimanenti due terzi da La Casa Totiana, la casa di Toti e di tutti. Ciò che era stratificato, assume in questa nuova sede, uno sviluppo lineare. C’è spazio per i 18.000 volumi, per la videoteca, il fondo fotografico e quello di disegni, la collezione di oggetti e i 50 metri lineari delle carte d’archivio. C’è spazio per accogliere ricercatori e studenti.

La Casa Totiana, fondata insieme ad amici, artisti e studiosi, opera fino a metà 2021: a giugno di quell’anno oltre 600 scatoloni numerati arrivano ad Alatri attraverso la donazione dei fondi, delle opere, degli oggetti e del mobilio che Pia Abelli Toti fa all’Associazione Gottifredo. La Biblioteca Totiana viene inaugurata ufficialmente a settembre 2022. E il lavoro continua… La mostra “Habitat Gianni Toti” nasce per raccontare la storia del patrimonio di libri, oggetti, opere, dipinti, carte che hanno viaggiato di casa in casa fino a costituire una biblioteca d’autore: la Biblioteca Totiana di Alatri. Sono esposti alcuni scatti realizzati da Gianni Berengo Gardin, conservati nell’Archivio Toti, con il consenso del fotografo stesso; essi sono in dialogo con una selezone di fotografie della mappatura documentale realizzata nel 2007 nella Casa di Via dei Giornalisti 25. Scorrono sui monitor le foto de La Casa Totiana e alcuni brani in pellicola 16 mm che documentano le stanze della Casa di Via dei Giornalisti negli anni Sessanta e Settanta: i brani in bianco e nero appartengono alle pellicole amatoriali della coppia Toti-Dallos, digitalizzati dalla Fondazione Home-movies, Archivio Nazionale del Film di Famiglia; quelli a colori sono estratti dal cortometraggio “Marinka” di Michele Gandin (1972). Il dipinto “L’uomo scritto”, realizzato da Marinka Dallos nel 1967, è una rappresentazione di Gianni Toti nel suo studio.

Bruno Gatta