ISOLA LIRI - IL MITO DEL BACIO SOTTO LA CASCATA
- Tommaso Villa
In tempi immemorabili, quando il mondo era ancora giovane e gli dei vagavano tra gli uomini, sulle rive del fiume Liri, un corso d'acqua cristallino e potente, viveva Ausone, un valoroso guerriero dalla forza inaudita e dal cuore puro. Si diceva discendesse da Ulisse, il re di Itaca, e che la sua bellezza fosse paragonabile a quella degli dei.
Il cuore di Ausone apparteneva a Marica, una ninfa delle acque, bellissima e saggia, che abitava le profondità del fiume. Il loro amore era profondo e puro, un legame indissolubile che univa la terra e l'acqua, la forza e la dolcezza. Insieme, danzavano sulle rive del verde Liri, le loro risate echeggiavano tra le rocce e i loro baci erano come gocce di rugiada che rinfrescavano l'anima.
Ma la loro felicità innescò l'invidia di Naiade, una ninfa oscura e gelosa che abitava le profondità più tenebrose del fiume. Naiade, per vendicarsi, ricorse a un inganno: con un incantesimo, incatenò Marica all'interno di una torre. Prigioniera e indifesa, Marica non poteva più godere dell'amore di Ausone.
Ausone, disperato per la scomparsa della sua amata, vagò per giorni e giorni lungo le rive del fiume, chiamando il suo nome. La sua pena commosse gli dei, che decisero di intervenire. Con un gesto potente, scagliarono sulla terra degli enormi massi, uno colpi il fiume dividendo il suo corso in due e formando due cascate che ancora oggi incantano i visitatori, un altro la torre dove Marica era prigioniera creando un foro, in maniera da liberare la musa.
Ausone e Naiade, attratti dal trambusto generato dagli dei, corsero verso i luoghi dove erano caduti i massi. La prima ad arrivare fu la musa maligna che rimase letteralmente abbagliata alla vista della bellezza delle cascate, ciò diede modo ad Ausone di raggiungere la sua amata che era riuscita a fuggire dalla torre e correva verso le nuove cascate. I due decisero di rifugiarsi in una grotta dietro la cascata verticale per sfuggire alle ire Naiade che nel frattempo era riuscita a liberarsi dall' incantesimo.
Scoprendo che Marica era riuscita a fuggire e non vedendo né lei né il suo amato inizio a gridare e lanciare malefici. Ausone capì che non potevano nascondersi in eterno quindi decise di sfidare Naiade in una battaglia epica, una lotta tra le forze della luce e dell'oscurità.
Durante la battaglia, la terra tremò e le rocce si squarciarono, dando origine all' isolotto in mezzo al fiume. Le acque si alzarono e con la loro impetuosità si abbatterono sulla musa malvagia. L'acqua pura del Liri lavò via gli incantesimi di Naiade, e rese la stessa più debole e fu costretta a ritirarsi sconfitta.
In segno di gratitudine per la vittoria di Ausone e per celebrare il loro amore eterno, gli dei trasformarono la torre che dominava la valle in un luogo sacro dedicato a Marica. Da allora, la Torre di Marica divenne un simbolo di amore, protezione e forza, e il fiume Liri, con la sua cascata impetuosa, fu considerato un luogo sacro.
Si dice che, in alcune notti di luna piena, quando le acque del Liri sono più calme, l'anima di Marica esca dalla torre e si unisca a quella di Ausone sotto la cascata. In quei momenti, chi si trova a baciare sotto la cascata, può sentire l'eco del loro amore eterno e ricevere una benedizione speciale degli dei e il dono dello stesso amore. Il bacio sotto la cascata divenne così un rito di passaggio, un simbolo di amore e di speranza, e la leggenda si diffuse in tutto il territorio, rendendo Isola del Liri famosa in tutto il mondo.
Questa leggenda, così come molte altre, è un racconto vivo che si evolve nel tempo, arricchendosi di nuovi dettagli e significati. Ogni narrazione è un'interpretazione personale, un modo per connettersi con il passato e dare un senso al presente.
G.P.