ECONOMIA - LASCIO OPERE INFRASTRUTTURALI E TANTI PROGETTI
- Tommaso Villa
Francesco De Angelis, perché ha annunciato le sue dimissioni da presidente del Consorzio Industriale del Lazio? Perché c’è un tempo per tutto. Come sapete, sono stato nominato dall’allora presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Oggi c’è un’altra giunta e lascio quindi per consentire al nuovo presidente, Francesco Rocca, ogni più opportuna valutazione soprattutto in ordine alla futura mission del Consorzio e per garantire un maggiore coinvolgimento dell’ente regionale nel progetto di riforma. Abbiamo fatto un grande lavoro e costruito un ente in grado di dare un contributo prezioso alla crescita economica. Su questa strada bisogna andare avanti, sempre nell’interesse delle imprese e del territorio.
Dimissioni che non erano dovute. La nomina di presidente del Consorzio del Lazio non decade infatti, come accade per altri enti, nel momento in cui si insedia una nuova giunta. È esattamente così. Sarei potuto rimanere fino al termine del mandato, ma voglio bene al Consorzio, una “creatura” che ho contribuito a far nascere sin da quando sono stato nominato commissario e che ha la necessità di lavorare di pari passo insieme alla Regione Lazio.
Nessuno scontro con la nuova giunta? Assolutamente no. I risultati raggiunti sono stati il frutto di una positiva collaborazione che c’è stata con entrambe le giunte regionali con le quali ho avuto modo di lavorare e collaborare. Dunque in ultimo con il presidente Rocca e con la vicepresidente e assessora alle Attività Produttive Roberta Angelilli, con la quale avevo già avuto modo di collaborare quando ricoprivo la carica di parlamentare europeo. Del resto quando si servono le istituzioni la casacca politica va tolta e deve essere fatto ogni passo possibile per il bene del territorio. A proposito della vicepresidente Angelilli mi piace ricordare il suo impegno sui cinquanta milioni di euro destinati alle infrastrutture delle province di Roma, Frosinone, Latina e Rieti, con progetti già definitivi ai quali hanno lavorato con cura gli uffici del Consorzio Industriale e che, una volta portati a termine, contribuiranno a migliorare in maniera sostanziale la viabilità dell’intera regione rendendo gli agglomerati industriali più attrattivi per nuovi importanti investimenti.
Cosa lascia, in particolare, dopo quasi due anni di presidenza? Non è stato facile mettere insieme cinque differenti Consorzi Industriali. Non è una semplice fusione, ma abbiamo lavorato molto, insieme al consiglio di amministrazione e con il supporto fondamentale di tutti i dipendenti delle cinque sedi di Frosinone, Latina, Rieti, Cassino e Gaeta, portando a casa risultati importanti. L’ultimo in ordine di tempo è il bando sulla fiscalità di vantaggio, per il quale ci siamo spesi moltissimo affinché ad essere interessate fossero le imprese ricadenti sui territori dei Consorzi Industriali. Per il nostro Consorzio sono stati stanziati 113 milioni di euro, perfettamente divisi sui territori dei vecchi Consorzi. Si tratta di nuova linfa al territorio con contributi considerevoli utili per interventi di sostegno alle aziende e finalizzati a contrastare fenomeni di deindustrializzazione. Un altro progetto a cui tengo moltissimo è quello sul recupero e la valorizzazione dei siti dismessi. Abbiamo dato mandato al Centro Europa ricerche (Cer) di censire le aree produttive abbandonate, sulle quali gli imprenditori potranno investire a condizioni agevolate. Ad assicurarle la legge numero 488 del 1998, applicata per la prima volta nel 2018 in provincia di Frosinone per il progetto pilota dell’ex Videocon di Anagni. Vogliamo riportare la luce dove c’era il buio, attraverso l’articolo 63 di quella legge che consente ai consorzi industriali di riacquisire aree già destinatarie di agevolazione pubblica, per poterle poi offrire sul mercato a condizioni particolarmente vantaggiose, scontando dal costo dell’investimento l’ammontare degli incentivi ricevuti in passato. C’è poi il progetto sulla valle dell’idrogeno nell’area industriale di Frosinone, con un sito dismesso che sarà recuperato e, con il finanziamento della Regione Lazio e la collaborazione con Engie, Sgi e Università di Cassino e del Lazio Meridionale, si andrà a realizzare un impianto in grado di produrre idrogeno verde ogni anno per l’agglomerato di Frosinone. Una svolta epocale per quel che concerne la green economy, sempre più necessaria per arrivare ad uno sviluppo che oggi deve essere necessariamente sostenibile. Ci sono le opere infrastrutturali realizzate e i tantissimi progetti già definitivi e che si tradurranno presto in nuove.
In molti hanno detto che lei si è dimesso perché si candiderà alle prossime elezioni europee? È così? Le mie dimissioni non c’entrano nulla con le candidature alle elezioni europee. Se ne parla, ma non ne parlo io. Vorrei solo precisare che alle Europee non ci sono liste bloccate e si viene eletti con le preferenze. Nessuno può garantire nulla a nessuno. Ne so qualcosa io, che nel 2014 sono stato il primo dei non eletti con 56.690 preferenze. Oggi sono il presidente regionale del Partito Democratico e per me va già bene così, perché la politica da sempre è la mia passione.