CASSINO - PERCORSI DI RIGENERAZIONE URBANA

  • Tommaso Villa

Convegno di alto livello questa mattina in sala Restagno sul tema “Percorsi di rigenerazione urbana – Verso il futuro di Cassino”. A moderare i lavori il giovane architetto Pierfrancesco Pacitto. Chiamati a confrontarsi sull’interessante argomento i prof. Massimo Pica Ciamarra e Luigi Fusco Girard (professore emerito della Federico II di Napoli), la professoressa Assunta Pelliccio dell’Università di Cassino, delegata dal Rettore Marco Dell’Isola, gli architetti Patrizia Bottaro e Giacomo Bianchi.

Il sindaco non si è limitato a portare il saluto ma ci ha tenuto a richiamare quanto fatto dalla sua amministrazione nell’ambito della politica urnaistica. “Abbiamo impostato già dal 2011 un concetto di rigenerazione urbana in questa città sulla revisione di un prg datato 2080 – ha detto Enzo Salera - con l’obiettivo intanto di porre fine ad una gestione del territorio andata avanti a colpi di varianti che hanno gradualmente stravolto quel piano”. Ha ricordato quindi l’incarco conferito nel 2011 ad un luminare dell’Urbanistica quale Vezio De Lucia, il Rapporto sulla pianificazione urbanistica, da lui elaborato, e il Documento preliminare di indirizzo, poi approvato in consiglio comunale. “Riqualificazione dell’esistente e fermare il consumo del suolo agricolo – ha detto ancora Salera - sono stati gli elementi essenziali da cui ci siamo lasciati guidare per l’elaborazione del piano di Rigenerazione urbana, approvato tra i primi della Regione Lazio. Per la riqualificazione delle zone periferiche abbandonate e degradate forte è stato l’impegno per fermare il degrado e una china inaccettabile. Un impegno che dovrà continuare”. A tal proposito il primo cittadino ha richiamato alcuni interventi operati su aree periferiche, i lavori in corso per la valorizzazione della villa comunale, la ristrutturazione della Colonia Solare, ai piedi di Montecassino per ricavarne un ostello.

La delegata del rettore, l’architetto Assunta Pelliccio, professoressa associata dell’Unicas, ha ricordato la sua esperienza universitaria napoletana quando veniva chiesto a loro di progettare architetture che fossero espressione dell’identità umana, paesaggistica, dei rapporti umani tra le persone. Cioè lo spazio non inteso come mero contenitore di architetture ma come luogo della manifestazione dell’essere e quindi della complessità del reale. “Un approccio che io ho utilizzato nel mio percorso professionale – ha precisato la professoressa - Per me lo spazio è un rapporto di relazioni, quella identità umana del luogo che è andata persa. Vitale riallacciare la comunicazione tra i quartieri della città, diventati un po’ autonomi. Guardando la nostra realtà ha detto: “Cassino è una città universitaria, sta diventando sempre più una città multietnica. Tanti gli studenti stranieri. E’ la prima nel Lazio quanto a studenti stranieri. Solo quest’anno abbiamo avuto mille nuovi iscritti, da 54 paesi del mondo. Hanno trovato qui una città vivibile, accogliente, dove si sta bene. Molti di loro vengono da megalopoli, amano stare qui”.

Per l’architetto Patrizia Bottaro la limitazione del consumo del suolo è una esigenza non più derogabile, mentre, riguardo alla rigenerazione urbana, ha sostenuto che con questo termine si intendono tante cose riassumibili nella buona qualità degli spazi pubblici attraverso la rivalutazione. Insomma “si deve consentire alla comunità di riappropriarsi e di vivere nuovamente gli spazi di vita rigenerati con evidenti miglioramenti nella qualità della vita sociale, economica e ambientale”. Per il Prof. Massimo Pica Ciamarra “rigenerare è cosa diversa dal rammendare” E’ cosa che richiede infatti la capacità di rideterminare condizioni di relazioni, tenere insieme ed integrare gli elementi esistenti. “Per noi città è civitas, cioè comunicazione, stare insieme, interagire – ha affermato - Occorre tenerlo sempre presente, come il dare priorità al costruito rispetto al non costruito. La città è un sistema di relazioni”.

Per il prof. Fusco Girard “Rigenerare significa fare comunità, quella che evochiamo ma che non c’è. Occorre rigenerare la cultura della cittadinanza e curare la formazione di una coscienza civica. Da qui dipendono tante cose. Occorre anche che si sia capaci di passare dalla cultura dell’io a quella del noi, insomma che si sappiano privilegiare gli interessi generali”. E’ stato l’intervento dell’architetto Giacomo Bianchi a chiudere i lavori del convegno con un intervento come sempre di alto profilo. Ha ripercorso un po’ la storia di questa città dall’inizio della sua ricostruzione, 80 anni fa, il piano di ricostruzione di Nicolosi “le cui indicazioni in buona parte furono mana mano disattese”, i tentativi di ridare una consistenza allo sviluppo urbanistico di Cassino anche in relazione ai suoi rapporti con l’abbazia. “Nel 1994, la prima amministrazione di centrosinistra – ha ricordato Bianchi - pensò ad un laboratorio internazionale di progettazione per il recupero della qualità estetica della città. Tutti i turisti che venivano a Cassino, per fare un esempio, si chiedevano dove fosse il centro della città. Non era possibile individuarlo, ora sta accadendo qualcosa di diverso. Occorre non fermarsi”. Egli ha poi ricordato la chiamata a Cassino di Vezio De Lucia per ristabilire le modalità di lettura di quello che era diventato il territorio e ricevere indicazioni circa le scelte urbanistiche da operare. “Si arrivò all’elaborazione del Preliminare del piano urbanistico comunale, tuttora un valido presupposto per il progetto di rigenerazione e di sviluppo della città. Occorre recuperare una relazione che Cassino, città martire, dal respiro internazionale, ha in sospeso con il mondo. Da città martire non ha mai investito in progetti strategici per una visione del futuro. Lo si dovrà fare”.