ALATRI - LA REGIONE SBLOCCA IL FOSSO CAVARICCIO

  • Tommaso Villa

Prendiamo atto dal Bollettino ufficiale che la Regione Lazio con deliberazione del 22 aprile 2024, numero 259, ha provveduto a ri-approvare la proposta di rettifica e graficizzazione per errata e incerta graficizzazione del “Fosso di Cavariccio o di Alatri” oggetto di delibera di consiglio comunale del 18.02.2016 numro 2.

Il lavoro svolto nel passato dall’ex Assessore all’Urbanistica e Patrimonio del Comune di Alatri Massimiliano Fontana, componente della Lista Alatri Unita, ancora una volta rende alla città di Alatri un servizio, utile alla semplificazione dei procedimenti amministrativi legati alla regolarizzazione degli immobili sia oggetto di condono edilizio, sia per il rilascio di nuovi titoli edilizi.

Infatti con il provvedimento Regionale di rettifica del vincolo del fosso di Cavariccio, su proposta dell’Ufficio Urbanistico del Comune di Alatri, presentata in Regione nel lontano 2016, sarà possibile nel tratto interessato dallo svincolo, definire le pratiche edilizie senza dover ottenere nulla osta paesaggistici onerosi e dalle tempistiche assai lunghe.

E’ giusto ricordare che questa rettifica era stata inserita nell’approvazione generale del PTPR da parte della Regione Lazio, ma la Corte Costituzionale con la sentenza n.240 del 17.11.2020 aveva provveduto al suo annullamento.

La Regione Lazio ha poi spiegato che avrebbe rivalutato le proposte dei vari Enti Comunali, come effettivamente ha poi provveduto a fare con altri Comuni.

Si parla di snellimento e semplificazione di tutte le procedure in materia edilizia e ambientale, ma di fatto non è cosi. Sono state portate avanti dure battaglie per eliminare i vincoli paesaggistici sopraggiunti (Istituiti con il PTPR Regionale), presenti sul nostro territorio, anche in zone totalmente urbanizzate che producono come unico effetto l’impedimento dello sviluppo economico, in quanto normalmente la pianificazione viene redatta ed emanata dalla Regione Lazio, senza conoscere la realtà locale e addirittura sbagliando a volte la localizzazione delle aree e dei siti da proteggere”. (vedi appunto il fosso di Cavariccio), oppure altre richieste che non sono state accolte, come il Laghetto artificiale di Tecchiena, il fosso della Madonnina, il vincolo puntuale sull’ex chiesa di Mole Bisleti, ecc. ecc.)

Non siamo noi ad affermare questo, ma l’evidenza dei fatti: in effetti alla proposta Regionale di Legge sul PTPR datata 2007, sono state presentate oltre 22.000 osservazioni, provenienti da tutto il territorio regionale. Ciò conferma l’assoluta inaderenza alle realtà locali e la difficoltà di comprensione delle modifiche avvenute negli anni e di fatto costituenti il tessuto urbanistico del territorio. D’altronde come può un funzionario regionale dalla sua poltrona conoscere meglio di noi il nostro territorio che lo viviamo quotidianamente? Ecco perché è necessario, a nostro avviso, che le aree da tutelare siano individuate e gestite direttamente dai Comuni i quali conoscono perfettamente il loro territorio e sanno come gestirlo, valorizzarlo, tutelarlo a livello ambientale e, perché no, trarne anche i possibili vantaggi per la popolazione.