IL PARERE - UCRAINA, UNA DURA REALTA'

  • Tommaso Villa

La verità è un boccone amaro, ma va ingoiato: la catastrofe ucraina era prevedibile. Un esito inevitabile quando si sfida un gigante e si perde, nel modo più devastante possibile. Le parole di Trump, per quanto controverse, risuonano come un triste monito: l'Ucraina è stata illusa, promesse di adesione alla NATO e sostegno sono svanite nel nulla. Ma al di là delle dinamiche politiche internazionali, una domanda persiste: come poteva l'Ucraina, un paese privo di risorse militari ed economiche, sperare di prevalere sulla Russia? Perché Zelens'kyj, anziché tutelare il suo popolo, ha scelto la via della provocazione? La geopolitica e l'ingresso nella NATO hanno avuto la precedenza sulla vita dei cittadini, vite che si sarebbero potute salvare.

Il bilancio è tragico: il 20% del territorio perduto, centinaia di migliaia di giovani caduti, una nazione devastata. E ora, per ripagare gli aiuti americani, l'Ucraina cederà le sue preziose "terre rare", l'ultima risorsa rimasta. La Russia ha trionfato, gli USA hanno fatto affari d'oro, e l'Ucraina è ridotta a un cumulo di macerie.

L'Occidente e Zelens'kyj hanno preferito salvare la faccia, incuranti delle vite spezzate e delle famiglie distrutte. L'Europa, complice di questa tragedia, continua a negare le proprie responsabilità, ostinata nella sua miopia. Un fallimento politico e umano che grida vendetta, un monito per il futuro: la realpolitik non può mai prevalere sull'umanità.