EDITORIALE - LA MEMORIA CORTA DI ENRICO PITTIGLIO

  • Tommaso Villa

Il sindaco di San Donato Valcomino e da ieri vice presidente della Provincia di Frosinone, Enrico Pittiglio ha la memoria, politicamente ed elettoralmente, corta. Molto corta. Pur di sfondare si “muove” come un elefante in una cristalleria e fa danni. Manca di rispetto. Poco meno di dieci anni fa, era l’autunno del 2014, il giovane rampante fu candidato a Presidente dell’Amministrazione provinciale di Frosinone. Dalla Città di Cassino gli arrivò un sostegno importante e per molti versi inatteso. Tre consiglieri comunali: Francesco Carlino, Gennaro Fiorentino e Gino Ranaldi “spaccarono” il gruppo consiliare e votarono per Enrico Pittiglio. A chi, come Pittiglio, avesse la memoria corta ricordiamo che tra i candidati c’era Andrea Velardocchia, schierato con Antonio Pompeo. Gino Ranaldi sostenne Enrico Pittiglio alla luce del sole e salì sul palco insieme a lui (nella foto Ranaldi è il terzo da destra). Ora, sono passati quasi dieci anni, noi vogliamo soffermare l’attenzione, non tanto sulla vice presidenza, quanto su una grave scorrettezza verificatasi qualche giorno fa proprio a Cassino. Dopo gli sfasciati e i bifasciati, adesso ci sono pure gli ignorati. In Municipio a Cassino si è tenuto un sopralluogo con il cerimoniale della Presidenza della Repubblica per organizzare la visita di Mattarella. Gino Ranaldi, prima di essere consigliere provinciale, è consigliere comunale di Cassino. Ebbene a rappresentare la Provincia è stato inviato Enrico Pittiglio. Quest’ultimo, se avesse avuto meno memoria corta e più senso del rispetto politico, amministrativo, territoriale e personale avrebbe dovuto dire: “Ma a Cassino c’è Ranaldi”. Non lo ha detto, è andato e quando si è trovato di fronte il collega cassinate, facendo finta di essere sorpreso, gli ha detto: “Ma ci sei tu?”. E chi volevi che ci fosse stato? Sara Battisti?