ARPINO - VITTORIO SGARBI, UN SINDACO PROMETTENTE

  • Tommaso Villa

Per buona parte del paese si tratta di un illusionista, praticamente uno di quelli che fa molte chiacchiere, qualche sceneggiata magari ma alla fine tanto fumo e poco arrosto. Vittorio Sgarbi, Sottosegretario alla Cultura del Governo guidato da Giorgia Meloni, è sindaco di Arpino dal 15 maggio scorso. Da allora sono trascorsi più di cinque mesi e sul piano pratico non si apprezza ancora il promesso... rinascimento. Scorrendo a ritroso le settimane trascorse, del celebre critico d'arte si rammentano solo alcune sortite. Come quella del referendum solennemente annunciato in Consiglio comunale, oppure la piazza da intitolare a Silvio Berlusconi. Sia dell'uno che dell'altra non c'è traccia alcuna nei documenti del Comune. Un po' di attenzione la suscitò con la riunione in Ministero e poi al Cavalier d'Arpino con parte delle amministrazioni comunali e non solo della Ciociaria. C'era anche il Presidente della giunta regionale Francesco Rocca, ma alla fine nulla di concreto. Solo chiacchiere e riverenze. Almeno per ora. Poi l'uscita sulle giunte comunali da convocare in piscina... sanitaria. Un'altra sciocchezza. In mezzo qualche presentazione di libri. Bene la sua, un flop quella di Paragone. L'apice delle sue rarefatte presenze in paese (il sindaco è assente sistematicamente in giunta e pure in parte dei Consigli comunali), Vittorio Sgarbi lo ha raggiunto quando si è travestito da brigante per l'ultima edizione del Gonfalone. Oppure quando si è tolto le scarpe in chiesa durante una rappresentazione quasi fosse un Carmelitano scalzo o avesse anticipato il rito pasquale della lavanda dei piedi. C'è poi la proposta della mega statua di Cicerone al Castello. Anche qui sulle carte non c'è nulla. Insomma, il paese resta in mano a chi lo aveva già prima e che con Sgarbi sindaco è rimasto a galla, continuando a fare quello che faceva prima, cioè poco e niente. La situazione generale non è cambiata. I problemi che c'erano prima ci sono adesso e di essi non si intravede la soluzione. Inutile elencarli, sono sempre gli stessi e sono sempre davanti agli occhi di tutti. Passata la festa gabbato lo santo si diceva una volta. Tempo ce n'è ma le premesse non sono affatto incoraggianti.