L'OPINIONE - QUANDO LA CREDIBILITA' CE L'HANNO I MEDIOCRI

  • Tommaso Villa

Nessuno si ferma più a guardare. Tutti distratti dalla vita; distratti dal quotidiano, dal silenzio assordante della povertà che avanza. Si. Perché la povertà non fa rumore, la ricchezza invece ne fa eccome.

E la povertà non è solo quella materiale, economica. È anche quella di idee, di progetti, di speranze. È quella di reazione. Reagire a questo stato di cose è difficile, perché non si ha il tempo di realizzare quello che accade attorno a noi. Sarà magari voluto? E torniamo alla quotidianità. Tutti indaffarati a risolvere solo problemi; vuoi di lavoro, vuoi economici, vuoi di salute. Chi combatte con i salari oramai del tutto inadeguati al caro vita eccessivo, chi con la sanità che non sempre è all’altezza delle aspettative e delle situazioni. Per non parlare della burocrazia e per fortuna oggi il cosiddetto “online”, il “remoto”, il “web” più in generale, aiutano (penso agli anziani però).

Ma ci sono cose che bisogna fare “in presenza”. Allora scappa all’Inps, poi all’Agenzia delle Entrate e ancora in Comune. Per non parlare se poi in famiglia ci sono anziani e disabili. Ci si incontra e neanche ci si saluta più. Una volta ci si incontrava al bar. Oggi in farmacia. Le persone sensibili vivono male. Non riconoscono più questa società “distratta”, che corre senza una meta. Ci bombardano con notizie la cui veridicità è tutta da analizzare, ci hanno riempito di paure, ma con la narrazione del “va tutto bene”. L’Italia corre, dice la politica. Più occupati, più soldi in busta paga, una sanità più efficiente che hanno riempito di soldi, chiedendo un prestito alle banche. Ma davvero qualcuno può confermare di vivere in una società che va così bene?

Però oramai si punta allo spazio. La vita di miliardi di persone è in mano a pochi potenti multimiliardari e ad autocrati esaltati e mediocri. Il rigurgito ultra nazionalista, di estrema destra, segna questa epoca come non quella del conservatorismo, bensì del ritorno al passato Nostalgia di una storia che è vero andrebbe riscritta, ma riporta la mente ai periodi più nefasti che il mondo abbia mai vissuto. E poi guerre, clima, virus. Voltatevi indietro, non di secoli, ma di qualche decennio. Ricordate il ceto medio come stava? Ricordate che classe politica e dirigente aveva questo Paese? Ricordate come sono cresciute quelle generazioni? Ora tornate in questo presente grigio e ditemi cosa sentite nel petto. Ditemi se siete in grado di parlare di futuro e in che termini. Verrebbe voglia di andar via, chiedere un passaggio a Musk per Marte. C’è solo un problema. Il servizio non sarà pubblico, di linea. Dí pubblico, ahimè, rimarrà poco e niente. Le rivoluzioni si fanno dal basso. E in tanti. Oggi la credibilità ce l’hanno i mediocri. I racconta palle. Quelli che trent’anni fa non avrebbero pulito neanche i servizi igienici pubblici. L’involuzione è stata servita su un piatto d’argento dal lupo travestito da Cappuccetto Rosso. Ah, le fiabe! Neanche il piacere di raccontarle più. Oggi c’è il multimediale. Una voce sintetica che ti dice tutto. L’intelligenza artificiale che si spera, possa solo servire in medicina e in campi che servano a migliorare la qualità della vita delle persone. Ma ci credo poco.

Sono un democristiano nostalgico e non me ne vergogno. Sono un tradizionalista adeguato, moderatamente, al progresso. Se è vero che la vita è composta da cicli, spero passi presto questo. E torni quello delle “intellighenzie” e degli uomini di buona volontà, coscienziosi e che conoscano il senso di responsabilità. Quello di appartenenza, di senso, non te lo da un partito politico. O, peggio, un leader. Almeno quello non possono togliercelo.

FABIO FORTE

ex sindaco di Arpino