SORA - ENCOMIO NAZIONALE PER RICORDARE ANTONIO VALENTE

  • Tommaso Villa

Presso il Palazzo della Cultura di Sora si terrà, domenica prossima, un evento speciale per celebrare uno dei figli più illustri della città: Antonio Valente. L'appuntamento, fissato per le 16:00, vedrà alzarsi il sipario sull'Encomio nazionale dedicato a questo straordinario scenografo. L'iniziativa è stata dall'Accademia del Leone, presieduta dal regista Antonio Mantova, con il patrocinio del Comune di Sora, guidato dal sindaco Luca Di Stefano, dell’assessorato alla cultura condotto dal vice sindaco Maria Paola Gemmiti, della Regione Lazio e dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

Antonio Valente, nato a Sora, è stato un architetto e scenografo di grande talento, noto per la sua creatività e la sua capacità di trasformare qualsiasi spazio in un'opera d'arte. La sua carriera è stata caratterizzata da importanti collaborazioni sia nel teatro che nel cinema. Tra i suoi lavori più significativi, si ricorda la realizzazione degli studi cinematografici Pisorno a Tirrenia nel 1933, uno dei centri di produzione più importanti dell'epoca. Valente ha anche insegnato scenotecnica ed arredamento al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma dal 1936 al 1968, formando numerosi scenografi che hanno poi contribuito a plasmare il panorama culturale italiano.

Antonio Valente ha operato in un'epoca in cui l'Italia stava attraversando cambiamenti politici e sociali significativi. Il suo lavoro ha contribuito a elevare la qualità artistica delle produzioni teatrali e cinematografiche italiane, lasciando un'impronta duratura nel settore. Una delle sue creazioni più emblematiche è il Carro di Tespi (Il Carro di Tespi è un'antica struttura teatrale mobile che ha radici nell'antica Grecia. È associato al famoso attore greco Tespi, considerato il padre del teatro.), un progetto di teatro itinerante ideato insieme a Giovacchino Forzano durante il periodo fascista. I carri teatrali, trasportati su autocarri, viaggiavano per tutte le province italiane, portando il teatro direttamente alle persone e coinvolgendo centinaia di migliaia di spettatori. Questa iniziativa ha permesso di diffondere la cultura teatrale anche nelle aree più remote del paese.

Questo evento rappresenta un'occasione imperdibile per conoscere più da vicino la vita e le opere di Antonio Valente, e per rendere omaggio a un artista che ha lasciato un segno indelebile nella storia della scenografia italiana. La cerimonia sarà un momento di grande emozione e riflessione sulla bellezza e l'importanza del lavoro scenografico.

Oltre al suo lavoro come scenografo, Antonio Valente è stato un talentuoso costumista. In diverse sue opere scenografiche ha preso in prestito il costume tradizionale ciociaro. Uno degli esempi più notevoli è la sua collaborazione con il regista Raffaello Matarazzo per il film "Il Tenente Giorgio" (1952). In questa produzione, Valente ha creato costumi che rappresentavano autenticamente la cultura ciociara, utilizzando tessuti e motivi tradizionali. Il suo lavoro è stato fondamentale per dare vita ai personaggi e alle ambientazioni, rendendo il film visivamente ricco e storicamente accurato.

Inoltre, Valente ha utilizzato il costume ciociaro anche in numerose produzioni teatrali. Un esempio rilevante è la sua opera come scenografo per la rappresentazione dell'opera "Pagliacci" di Ruggero Leoncavallo. I costumi disegnati da Valente per il personaggio di Canio e altri protagonisti riflettevano la tradizione ciociara, contribuendo a creare un forte legame tra la cultura locale e la narrazione dell'opera.Ha utilizzato il costume ciociaro in numerose sue opere, contribuendo a far conoscere e apprezzare questo abito tradizionale a livello internazionale. Il costume ciociaro, con i suoi colori vivaci e i ricami intricati, rappresenta una delle tradizioni più iconiche dell'Italia. Grazie a Valente, questo abito è diventato famoso in tutto il mondo, simbolo della cultura e della storia italiana.

Un ruolo fondamentale nel preservare e promuovere la memoria di Antonio Valente è stato svolto da Maddalena del Favero (nella foto con Vallente), sua seconda moglie. Dopo la morte di Valente, Maddalena ha lavorato instancabilmente affinché il suo nome e le sue opere non venissero dimenticate. Ha donato l'archivio di Valente all'Accademia del Leone di Sora, contribuendo a mantenere vivo il suo legato culturale e artistico con la città natale.