POSTA FIBRENO - ZONE UMIDE E BENESSERE UMANO

  • Tommaso Villa

«Zone umide e benessere umano»: questo il tema per l’anno 2023 della Giornata mondiale delle zone umide (World Wetlands Day). La data non è stata scelta a caso, infatti il 2 febbraio del 1971 a Ramsar, in Iran, venne firmata la Convenzione di Ramsar, a cui hanno aderito ben 172 Paesi. Con tale Convenzione gli stati aderenti si ponevo l'obiettivo di tutelare, definire e regolamentare le zone umide a livello internazionale: ed è proprio grazie a questo accordo che nel corso degli anni sono stati designati più di 2.400 siti Ramsar per una superficie totale di più di 250 milioni di ettari.

E nella Riserva Naturale Lago di Posta Fibreno la Giornata mondiale delle zone umide è stata celebrata domenica scorsa con la partecipazione di una quarantina di persona, tra cui diversi studenti dell’Istituto Agrario di Alvito, che sono stati accompagnati da una guida speciale, il Dottor Fabio Collepardo Coccia, collaboratore, per quanto riguarda la progettazione, la presentazione e la realizzazione di corsi di alta formazione sull’interpretazione e l’educazione ambientale, volti all’aggiornamento di specifiche figure professionali (docenti, educatori ambientali, guide), per conto del CURSA (Consorzio Universitario per la Ricerca Socioeconomica e per l’Ambiente) che ha sede in Campobasso.

«La nostra area protetta – dichiara Antonio Lecce, Direttore della Riserva Naturale Lago di Posta Fibreno - è una zona umida per eccellenza, basta vedere la sua ricca di biodiversità, con punta di diamante rappresentate da una trota ed un insetto, entrambi autoctoni, ovvero che non esistono in nussuna altra parte del mondo, come il Carpione del Fibreno (Salmo fibreni) e un tricottero (Apatania volscorum) che vive per la maggior parte della sua vita in acqua. Senza dimentica della portata delle sorgenti del Fibreno che ci donano qualcosa come novemila litri di acqua al secondo, buona parte della quale finisce negli acquedotti della provincia.»

Laghi, fiumi, paludi, specchi d’acqua dolce e salmastra, sono state al centro dell’attenzione per la loro ricchezza e per la tutela della biodiversità ma anche per la loro fondamentale utilità nella regolazione del clima. Si tratta di particolari ecosistemi, che, oltre ad accogliere e conservare una ricca varietà biologica di piante, uccelli, mammiferi, rettili, anfibi, pesci e invertebrati, sono essenziali per il contrasto al cambiamento climatico, perché depurano le acque, proteggono dalle inondazioni, mentre la vegetazione fornisce fibre e materiali, garantendo cibo alle migliaia di specie, soprattutto pesci e uccelli che le popolano oppure le sorvolano durante le migrazioni.